La vera storia di Dracula - ZIP Rivista Letteraria per i Giovani

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La vera storia di Dracula

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Viaggio in Transilvania:  Quanto c’è di vero nel romanzo di Stoker?
LA VERA STORIA DEL CONTE DRACULA
Scoprirete che il celebre vampiro potrebbe essere addirittura una donna…

di Giulia Lionetto Civa

Il Conte Dracula, il vampiro più famoso di tutti i tempi il cui primato in termini di notorietà Edward di Twilight non è ancora riuscito a scalfire, è esistito davvero? E se si, con quale personaggio storico è da identificare? La tradizione più diffusa vuole che Dracula, protagonista dell’omonimo romanzo dello scrittore irlandese Bram Stoker, sia la trasposizione letteraria del conte  Vlad III di Valacchia che governò nella seconda metà del 1400 la regione a sud della Transilvania. In realtà, ci sono degli indizi che inducono a mettere in discussione questa tesi o quanto meno a integrarla … Dracula potrebbe essere stato addirittura una donna! Ma iniziamo il nostro viaggio tra storia, manoscritti, archivi, folclore e attualità con ordine... Vale la pena partire da Vlad III.
Vlad III di Valacchia  era figlio del conte Vlad II,  investito dell'Ordine del Dragone dall’imperatore Sigismondo di Lussemburgo. Vlad padre, dopo questa importante investitura, coniò moneta incidendovi un dragone che, da quel momento, divenne simbolo della famiglia. Il figlio, infatti, ebbe il nome Draculea ossia figlio del Dragone. Draculea, tuttavia, possiede una radice inquietante perché 'drac' significa 'demonio' e Draculea, pertanto, può anche essere tradotto come 'figlio del demonio'.  
Vlad III Draculea era molto giovane quando ereditò il trono paterno. Sembra che un cattivo auspicio, il passaggio di una cometa sull'Europa, abbia salutato l’inizio del suo governo. Grazie al suo dominio, tuttavia, il principato di Valacchia riuscì a mantenere l’indipendenza dall'Impero ottomano anchese questo obiettivo fu ottenuto in cambio di una fama non troppo lusinghiera ... Poiché lo strumento di tortura da lui preferito era l'impalamento, Vlad ebbe il soprannome di Tepes che in rumeno significa l'Impalatore. Il conte amava assistere all’agonia dei prigionieri e il suo sadismo si spingeva fino al punto di indurlo a banchettare in mezzo ai nemici agonizzanti. Così racconta un manoscritto ritrovato alla fine del XV secolo, nel monastero Kirillo-Bieloserskij, redatto dal monaco russo Efrosin.
Un mostro, dunque, ma non un vampiro, almeno non dichiaratamente … Come tale non lo descrissero mai gli abitanti dei suoi domini che non mancavano di riconoscergli un alto senso patriottico. Dall’essere un crudele e sanguinario padrone all’essere dipinto come un vampiro, un morto-vivente succhiasangue il salto non è brevissimo … Per questo viene da chiedersi se davvero il vampiro di Stoker sia Vlad III o meglio se sia soltanto Vlad III. In realtà lo scrittore irlandese potrebbe aver fuso più storie e più personaggi.
Quasi nessuno, ad esempio, sa dell’esistenza storicamente documentata di una vampiressa vissuta in Transilvania un secolo dopo la morte del Conte Vlad Tepes Dracul. La contessa Erszebet o Elisabeth Báthory apparteneva a una nobile famiglia ungherese  in possesso di enormi territori in Transilvania. Siamo nella seconda metà del 1500: ossessionata  e atterrita dall’idea di invecchiare, la contessa prova ossessivamente erbe e unguenti che possano combattere le tracce del tempo sul suo viso e sul suo corpo.  Di natura crudele e sadica, di mente eccitabile, un giorno Erszebet, secondo la tradizione, ebbe l’impressione che una goccia del sangue della serva che stava spietatamente picchiando, cadendo sulla sua mano la rendesse più liscia. La contessa si convinse di aver trovato l’elisir di eterna giovinezza e da quel momento diede inizio a un’autentica storia dell’orrore. Il castello di Csejthe, la sua dimora, divenne un’immensa camera delle torture per tutte le fanciulle che ingenuamente vi si recavano: Erszebet le uccideva e faceva il bagno nel loro sangue. Presto la sua follia la spinse a diventare un’autentica vampira: prese, infatti, a bere il sangue delle sue vittime, sperando in questo modo di restare giovane più a lungo. Quando finalmente la contessa fu fermata, venne fuori la terribile carneficina di cui era stata artefice:  si parla di 600-650 vittime, tutte donne, di cui 100 storicamente accertate.
Esistono delle affinità o dei contatti tra Erszebet Bathory e il conte Vlad? Si, più di uno … Innanzitutto la Transilvania, luogo nel quale vissero sia il Conte sia la Contessa.  Il principe Stefano Báthory, parente di Erszebet, aiutò Vlad Dracul a riconquistare il suo trono nel 1476. Uno dei castelli di Vlad III fu ceduto alla famiglia Báthory durante il periodo in cui visse Erszebet... che in quel castello Erszebet abbia trovato qualcosa capace di ispirare la sua follia vampiresca? Un’ultima inquietante affinità: un drago appare negli stemmi di entrambe le famiglie. La cronologia delle due biografie, tuttavia, ci dice che i due non si conobbero mai … almeno non da vivi!
Non è improbabile, tuttavia che Elisabeth Barthory abbia costituito il ponte tra Vlad III Draculea e la tradizione vampiresca. È solo una coincidenza che la moglie di Dracula si chiami Elisabeth? Che il Conte Dracula si trasforma in vampiro proprio per vendicare la morte della moglie?  Forse sono indizi della fusione operata tra i due personaggi e le due vicende. Ma come mai a Stoker saltò in mente di scrivere questa storia? Cosa fece scattare l’interesse di un irlandese verso i vampiri della Transilvania? Stoker era venuto a conoscenza della leggenda di Vlad Tepes grazie al racconto che gliene aveva fatto il professore ungherese Arminius Vambéry nel 1890.
 La  sua  fantasia  potrebbe essere stata eccitata, inoltre, da un fatto di presunto vampirismo accaduto ad Exter nel New England qualche anno prima rispetto alla pubblicazione del romanzo: ritagli di giornale relativi all’episodio sono stati trovati nell’archivio dello scrittore a testimoniare che egli non solo era venuto a conoscenza di quell’episodio ma anche che ne era rimasto colpito a tal punto da conservare gli articoli che lo riportavano.
Ci potrebbe essere, tuttavia, una motivazione più profonda, di tipo antropologico e sociale oserei dire, che  mi ga colpito perchè sembra estremamente attuale in un tempo come il nostro. Stoker  crea un personaggio che incarna tutti gli stereotipi negativi dello Straniero includendo nella genealogia di Dracula le popolazioni, turche, unne, ugro finniche,  slave, che avevano atterrito e minacciato per secoli l´Europa mediterranea. Non è un caso la storia sia ambientata proprio in Transilvania, luogo di confine tra Europa e “non-Europa”... Il Conte Dracula non desidera forse trasferirsi in Inghilterra per succhiarvi sangue fresco capace di rinvigorirlo? Fuor di metafora, Dracula è lo straniero mostruoso e malvagio che genera paura, il forestiero che giunge nel Paese altrui per succhiarne le risorse, per togliere energia e vita agli  uomini che vi abitano. In fondo, il romanzo altro non fa che incarnare ed esorcizzare la paura della vecchia   (e dell’attuale) Europa nei confronti dei popoli dell’Est che premono sui suoi confini … è passato più di un secolo ma è anche roba dei nostri giorni: pregiudizi e paure di ieri e di oggi!
Avevate mai guardato Dracula da questa angolatura? No? Peccato! Non esistono opere, tranne forse i romanzetti alla moda, che si possano leggere limitandosi alla superficie del racconto senza perdere un’occasione per riflettere!



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