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Quando a tradire è la donna...

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Storie di donne infedeli "giustamente" punite e di qualcuna che è riuscita a farla franca
QUANDO A TRADIRE È LA DONNA
Perché la letteratura (e la vita) non perdona l’adulterio femminile


di Giulia Lionetto Civa

Il tradimento fa audience e fa vendere i giornali. È certo che nessuno perde occasione di ascoltare particolari piccanti sul divo di Hollywood, sulla velina o sulla vicina di casa. Il tradimento è l'unico evento triste il cui racconto staremmo ad ascoltare per ore senza annoiarci anche se corredato da lacrime e lamenti. Per quale strano meccanismo non ci è dato sapere. I giornalisti comunque lo sanno e ci marciano sopra. Lo sanno anche i registi e persino gli scrittori. La letteratura, infatti, è piena di corna fatte veramente ad opera d'arte! In quest'ambito c'è, tuttavia, un'anomalia: nei romanzi di ieri e di oggi sono più le donne a tradire. Cosa che, in tutta onestà, non ci sembra rispecchiare la realtà....
Vuoi perché la misoginia è ben piazzata in Letteratura, vuoi perché gli scrittori uomini (almeno quelli famosi) sono più delle scrittici donne e quindi trasferiscono nelle loro opere la grande paura maschile: quella di passare per cornuti … fatto sta che le donne traditrici sono moltissime, tutte straordinariamente perfide ed eccessivamente lussuriose. Con questo, non vogliamo affermare che nei libri non ci siano traditori-uomini. Zeno, ad esempio, protagonista del romanzo di Italo Svevo tradisce ripetutamente la moglie Augusta, buona ma bruttina. Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, ormai stanco della vecchia moglie, si intrattiene volentieri con altre donne… Tuttavia, in Letteratura (come nella vita), il tradimento maschile è considerato meno grave di quello femminile e il fedifrago se la cava con poco, viene facilmente perdonato. La donna, no.Almeno due grandi romanzi dell'Ottocento, Madame Bovary di Flaubert e Anna Karenina di Leone Tolstoi sono incentrate sul tradimento perpetrato dalla protagonista: entrambe, sole ed emarginate, muoiono suicide e divorate dai rimorsi… un bel finale punitivo in pratica! Cose dell'Ottocento? Insomma, se pensate che fino al 1981 chi uccideva la moglie infedele poteva godere di numerose attenuanti e aveva una pena quasi nulla: in fondo Lei aveva tradito il patto coniugale e infangato il suo onore. Ci piacerebbe ricordare un qualche libro in cui un uomo traditore muore per i sensi di colpa… sarà per ignoranza, sarà perché non ce ne sono, non ne viene in mente nessuno! Se proprio qualcuno deve morire, anche in questo caso sarà spesso una donna: la moglie tradita o, in alternativa, l'amante abbandonata...
Nonostante questo limite, il tradimento in Letteratura resta un tema appassionante: in fondo, tutti conoscono o si possono immedesimare nel terribile spettro che scatena gelosia o nella malvagia tentazione che spinge a mandare tutto all'aria. C'è uno scrittore che sul tradimento ha scritto addirittura un intero ciclo di novelle: tutti adulteri femminili, è vero, ma almeno è stato abbastanza vario nel modo di raccontarli e negli esiti. Si tratta delle Novelle dell'adulterio scritte dal latino Apuleio nel lontano II secolo d. C. A dispetto della lontananza temporale, questa bizzarra raccolta di aneddoti sull'infedeltà, che costituisce una parte e precisamente il Nono libro del suo capolavoro Le Metamorfosi, è stato e continua a essere una miniera ricca di spunti, una specie di enciclopedia delle modalità in cui si consuma un'infedeltà e, soprattutto, della psicologia e delle reazioni di traditrice, tradito e amante. Si sa ognuno la prende a modo suo: c'è chi fa buon viso a cattivo gioco, chi volutamente inganna se stesso davanti all'evidenza e chi, invece, cerca una plateale vendetta. Apuleio non manca un colpo.
La prima novella si distingue per il tono audace e divertente: una moglie sfacciata, un marito credulone e un amante spudorato formano un trio irresistibile, fatto oggetto di numerose riprese: Boccaccio, ad esempio, ricopia la novella nella settima giornata del Decameron e, più recentemente, Pasolini la inserisce nel suo Film del 1971 dedicato all'opera boccaciana… È la situazione paradossale ed esilarante dell'amante colto quasi in flagrante da un marito tontolone e nascosto in un angolo buio da una moglie spudorata che ispira i comici di ieri e di oggi come, ad esempio, il trio Solenghi, Lopez, Marchesini nell'esilarante scheck "Pedro vuoi bere qualcosa?"
Tuttavia, l'asino Lucio, voce narrante delle novelle, non racconta solo aneddoti divertenti e piccanti: nelle tre storie successive il tono si fa più cupo e la passione sempre più pericolosa… dal tradimento perfettamente riuscito, con tanto di beffa alle spalle del marito, si passa  alla scoperta dell'adulterio, alla vendetta, alla morte per avvelenamento. Una lettura davvero avvincente, che ha tutti gli ingredienti per piacere: malizia, sensualità, suspense, dramma e sentimento, crudeltà e orrore. La raccolta ha un solo limite: ci viene presentata una vasta gamma di mariti (dal credulone, all'iracondo, al cinico vendicativo) e di amanti (quello scaltro e spregiudicato, quello giovane e inesperto, quello pavido), ma la donna è sempre  rappresentata con disprezzo e con tutti i luoghi comuni sulla sua natura intimamente malvagia e distruttiva...
 La Letteratura, insomma, non perdona mai il tradimento femminile. Ci meravigliamo? E perchè? In fondo, ancora oggi la donna che tradisce è considerata nell'opinione comune una poco di buono; l'uomo, invece… semplicemente un uomo!





Opere citate




Per sorridere: "Pedro vuoi bere qualcosa?" Trio Marchesini, Solenghi, Lopez

 

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