La signora Dalloway - omosessualità in Virginia Woolf - ZIP Rivista Letteraria per i Giovani

Cerca
Vai ai contenuti

Menu principale:

La signora Dalloway - omosessualità in Virginia Woolf


“Ogni onda del mare ha una luce differente, proprio come la bellezza di chi amiamo”
L'omosessualità in Virginia Woolf
... è l'amore che non osa pronunciare il suo nome

di  Ylenia Jessica Micale


L’amore cos’è? Un sentimento che se corrisposto, senza dubbio lega due persone, due anime che diventano l’una complementare all’altra, due cuori che vibrano all’unisono con la stessa intensità e la stessa felicità, due corpi che bramano di desiderio esclusivo per l’altra metà. Ma che l’altra metà sia una persona dello stesso sesso o di sesso opposto, sempre amore è. In una società in continua mutazione, i rapporti umani sono sempre rimasti più o meno gli stessi. Sono cambiate le libertà, sono cambiati i pregiudizi sociali, ma i legami affettivi omosessuali ci sono sempre stati sin dal tempo dei Romani e si sono perpetuati nel corso dei secoli. Se, tuttavia, in precedenza l’omosessualità era considerata uno scandalo, un tabù, con il trasformarsi della società, i pregiudizi vengono sconfitti e gli amori omosessuali vengono vissuti alla luce del sole con maggiore disinvoltura.
Negli ultimi anni parecchi sono stati i dibattiti in merito ai diritti degli omosessuali, quali il matrimonio e l’adozione dei figli. Quest’ultima, è consentita solo in alcuni paesi quali il Regno Unito, la Spagna, la Norvegia, la Svezia, la Danimarca, il Belgio, l’Olanda, l’Islanda. In Italia, di recente la Cassazione ha messo in considerazione la possibilità dell’adozione dei bambini da parte di coppie omosessuali, suscitando la disapprovazione della Chiesa, la quale sostiene che “i bambini non sono merce”, e dunque se la natura umana prevede che un bambino sia il frutto dell’unione tra un uomo e una donna, non è giusto sconvolgere la legge della natura e di Dio soprattutto. Secondo molti studiosi di psicologia infantile, i bambini che crescono all’interno di una famiglia gay, una volta adulti saranno più esposti al tradimento e a disagi psicologici. Ognuno, nel suo piccolo, esprima la propria considerazione a se stesso o ne discuta con gli amici se lo ritiene opportuno.
Poiché il discorso in merito è tanto vasto quanto delicato, è più opportuno volgere l’attenzione all’argomento più caro a questa rivista: la letteratura. E più precisamente, vi propongo la lettura di un’autrice di grande talento e sentimento: Virginia Stephen, conosciuta come Virginia Woolf. Celebre icona del femminismo, si battè con convinzione per la parità dei diritti tra i due sessi, fece parte del gruppo di Bloomsbury, (un gruppo di artisti e letterati che erano per lo più omosessuali o bisessuali) e fu considerata tra i modernisti di grande rilievo e una delle romanziere più abili del XX secolo.
Fu una profonda innovatrice dello stile e della lingua inglese: nella sua opera ha sperimentato la tecnica del flusso di coscienza, elaborato da James Joyce, ed ha dotato i suoi personaggi di una straordinaria profondità psichica ed emotiva. Le caratteristiche peculiari riscontrabili nel lavoro di Virginia Woolf sono: la grande liricità della sua prosa; lo sperimentalismo dei suoi romanzi in cui un racconto, spesso banale, rivela una coscienza profonda; uno stile virtuoso e studiato per creare impressioni visive e uditive; la presenza della guerra, della memoria, della pazzia, dell’omosessualità nascosta, del tempo; la forte carica simbolica del mare, simbolo di vita e di morte.
Questi elementi caratterizzano in particolar modo il romanzo “La signora Dalloway”, centrato sulla figura di Clarissa Dalloway, una donna di mezza età, ritratta nel corso di una giornata mentre è intenta ad organizzare una festa, che reprime i suoi più autentici sentimenti e pulsioni per non abbandonare la squallida comodità di una vita agiata. I suoi stessi amici e ammiratori notano e mal sopportano il suo atteggiamento snob. La vicenda è raccontata parallelamente a quella di Septimus Warren Smith, un veterano che è tornato dalla prima guerra mondiale con cicatrici psicologiche profonde e che rappresenta l'alter-ego di Clarissa. Entrambi i personaggi sono la personificazione delle due diverse anime della scrittrice: quella controllata, sempre tendente alla perfezione, e quella ribelle e fuori dagli schemi. Come la sua eroina Clarissa, la Woolf era sposata con un uomo ma l’unica attrazione capace di stravolgerla era quella provata per una donna.
Nel romanzo, l’amore ambiguo per le donne che caratterizza la vita della Woolf, ricorre spesso. Clarissa, donna altolocata e impeccabile, non può negare a sé stessa di essere attratta dall’amica Sally Seton, con la quale ha da sempre un rapporto ambiguo. Clarissa è fascinata dal carattere e da tutti quei comportamenti di Sally che infrangono le regole; è intimamente attratta da quell’amore disinteressato e omosessuale, come nella vita lo è Virginia, ed è certa di aver provato l'ebbrezza di un amore puro solo insieme a Sally. Questo romanzo può rappresentare un’interessante incontro con un’altra faccia dell’amore, i rapporti o l’attrazione omosessuale, di cui tutti parlano ma che pochi si curano di conoscere in profondità.  L’opera, comunque, non tratta solo di questo: vi si intrecciano tante riflessioni, tanti altri personaggi e vicende che sanno colpire il lettore odierno, come il lettore del XX secolo.
Cari lettori, non mi resta che augurarvi una buona lettura, che sia “La signora Dalloway”  o qualunque altro romanzo di Virginia Woolf.


 
 
 
 
 
Torna ai contenuti | Torna al menu